Partendo dalle idee sviluppate da Harney e Moten in The Undercommons, All Incomplete prosegue l’indagine critica sulla logistica, l’individuazione e la sovranità. Riflette sulle loro occasioni di viaggio, di ascolto e sull’impegno sempre più profondo verso – e a favore di – la parzialità. All Incomplete esplora la storia di una preferenza per la forza e il fondamento – e il sotterraneo – dell’esistenza sociale. In dialogo con una vibrante costellazione di pensieri che include i lavori di Amilcar Cabral, Erica Edwards, Denise Ferreira da Silva, Cedric Robinson, Walter Rodney, Hortense Spillers e molti altri, Harney e Moten cercano di condividere e comprendere questa preferenza. Nel farlo, sperano di aver forgiato quello che Manolo Callahan, riecheggiando Ivan Illich, definisce uno strumento conviviale, che – nonostante la tentazione di migliorare e pretendere, sviluppare e governare, separare e afferrare – ci aiuta a rinnovare le nostre abitudini di assemblea.