Acrilico, pittura murale, lacca per legno, pennarello, inchiostro, segatura e polvere di metallo su legno, medium density fiberboard, legno di balsa, cavo elettrico, graffette, stampa digitale su acetato, carta sintetica, fotografia d’archivio, 51x42x6,8 cm Courtesy l’artista
Il lavoro è un assemblage realizzato attraverso un uso sincronico di scultura, pittura, collage e disegno. Gli assemblage vengono usati da De Luca come mostre in miniatura dove architettura e immagini si mischiano e infastidiscono a vicenda e, approfittando dell’inevitabile ironia che accompagna le miniature, cerca di far coesistere paradigmi tra loro distanti. Simile al bassorilievo di una casa alpina dal carattere brutale e decadente, l’opera allude alla famosa Hütte di Heidegger, all’interno della quale troviamo, al posto del corpo del filosofo nel suo stato meditativo e assorto – mentre teorizza l’essere-nel-mondo – una fotografia dello Sputnik III, il satellite sovietico lanciato nello spazio nel 1958, che ironicamente fa riferimento all’andarsene fuori-dal-mondo.
Tomaso De Luca (Verona, 1988), vive e lavora a Berlino. Il suo lavoro è stato presentato in istituzioni nazionali e internazionali, tra cui Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Torino, Galleria Nazionale d’Arte Moderna Roma, Künstlerhaus Bremen, Parque Lage Rio de Janeiro, CAC Vilnius, Song Eun Seul, Pori Art Museum, IIC Parigi. Partecipa nel 2020 alla Quadriennale di Roma e nel 2022 a LIAF, biennale delle isole Lofoten, Norvegia. Nel 2021 è il vincitore del secondo MAXXI Bulgari Prize.